Fumo in gravidanza, nuovo studio conferma danni al bambino

cigarettes-83571_960_720Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience dimostra che il fumo in gravidanza apporta delle serie conseguenze negative sulla salute del bambino.

In particolare, la precoce esposizione del nascituro alla nicotina può innescare alcuni cambiamenti genetici diffusi, che influenzano la connessione tra le cellule cerebrali. Pertanto, il fumo in gravidanza può apportare dei seri danni al bimbo, permanenti, sullo sviluppo del cervello.

Non si tratta certamente del primo studio che arriva a questa conclusione ma, nonostante una crescente consapevolezza nei confronti di questo fenomeno, anche oggi troppe donne sottovalutano quali siano i pericoli del fumo in gravidanza nei confronti del proprio bambino, rendendo dunque necessario soffermarsi su una rinnovata sensibilizzazione su questo tema.

Cosa ci dice lo studio

Per arrivare a tale conclusione, i ricercatori hanno notato che i topi che veniva esposti alla nicotina durante il proprio sviluppo fetale, presentavano il malfunzionamento di un gene importante per la formazione della sinapsi, e per le connessioni nervose, durante la successiva età dello sviluppo.

Per poter poi giungere a delle valutazioni più formali, la scienziata ha alterato il gene nel cervello dei topi che non sono mai stati esposti alla nicotina, notando che in tal modo era possibile riprodurre gli stessi difetti neurali visibili nei topolini che in età prenatale erano stati sottoposti alla respirazione di nicotina. Dunque, la ricerca è servita per concludere che la scarsa concentrazione è uno dei principali segni distintivi del deficit di attenzione e di iperattività, e di altri disturbi comportamentali, ricollegati a loro volta al fumo materno e all’esposizione al fumo di “seconda mano”.

Dunque, come se non fossero già sufficienti i numerosi studi condotti in materia, i ricercatori sono arrivati all’ennesima conclusione che il fumo materno fa molto male allo sviluppo del bimbo in formazione, e che può condurre a danni permanenti, che il bimbo dovrà fronteggiare nell’età dello sviluppo. Come intuibile, e come tutti i medici suggeriscono, meglio pertanto abbandonare la sigaretta durante la gravidanza e durante l’allattamento e, più in generale, dal momento in cui si sta iniziando a pensare di progettare la realizzazione di una nuova vita.

Quando smettere di fumare

Fermo restando che una buona regola sarebbe quella di non iniziare mai a fumare e di smettere il prima possibile, molte donne si domandano quando sia il caso di smettere di fumare se si sta progettando di mettere al mondo un bebè.

In questo senso, è bene condividere come smettere di fumare in gravidanza è un po’ troppo tardi: quando infatti la gravidanza è iniziata, e si sceglie di smettere di fumare non appena si ha notizia della gravidanza, smettere con il fumo potrebbe comunque produrre degli effetti del bambino a causa delle scorie del fumo precedentemente assunto.

Dunque, buon senso vorrebbe che la donna che ha intenzione di avviare un gravidanza smetta di fumare ben prima dei tentativi per entrare in dolce attesa, permettendo così al proprio corpo di ripulirsi almeno in parte dalle tossine determinate dall’assunzione del fumo.

Voi che ne pensate? Come vi siete comportati con le vostre abitudini del fumo durante la gravidanza?

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