Come funzionano i controlli a distanza sui dipendenti?

Sicurezza_01È da poco entrata in vigore una nuova normativa sui controlli a distanza dei dipendenti delle aziende. Ma come funziona? È quando è realmente è possibile e legittimo?

Iniziamo con il ricordare che la legge vieta l’uso d’impianti audiovisivi e altri strumenti con finalità “esclusiva” di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori. L’impiego di tali impianti (che possono controllare a distanza l’attività dei lavoratori) è dunque possibile nei seguenti casi:

  • per esigenze organizzative e produttive;
  • per la sicurezza del lavoro;
  • per la tutela del patrimonio aziendale.

Anche la procedura di installazione deve seguire un iter abbastanza preciso e specifico. In particolar modo, la legge vigente stabilisce che l’installazione può avvenire:

  • previo specifico accordo collettivo stipulato con la Rsu o le Rsa; ovvero, nel caso di imprese con unità produttive ubicate in diverse province o regioni, con le associazioni comparativamente più rappresentative sul piano nazionale;
  • in mancanza di accordo sindacale, previa autorizzazione della direzione territoriale del lavoro; ovvero, nel caso di imprese con unità produttive dislocate in diversi ambiti di competenza di più direzioni territoriali del lavoro, del ministero del lavoro

La legge stabilisce inoltre sanzioni piuttosto pesanti per chi non rispetta le indicazioni di cui sopra. È in particolare prevista un’ammenda da 154 a 1.549 euro o arresto da 15 giorni a un anno. Nei casi più gravi si applicano ammenda e arresto. Il giudice può quintuplicare l’ammenda (fi no a 7.745 euro) se la ritiene inefficace per le condizioni economiche del datore di lavoro (ad esempio, nelle ipotesi di grandi aziende).

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